All sorts of jazz, free jazz and improv. Never for money, always for love.
La gestione avviata nel 2009 da Stéphane Berland aggiunge al catalogo
dell'agguerrita Ayler Records una pubblicazione di ottima fattura, che
documenta un concerto tenuto dal trio Léandre-Houle-Strid nel corso
del festival Sons d'Hiver.
Si tratta della seconda prova discografica di questa formazione, dopo il gia' promettente 9 Moments pubblicato dalla Red Toucan nel 2006 e comprendente registrazioni sia dal vivo che in studio.
L'attenzione dei musicisti si dimostra massima sin dalla prima traccia, con l'arco della Léandre a immedesimarsi ora nell'acrobata ora nell'assicella su cui, in precario equilibrio, si muovono il clarinetto e le percussioni. La stessa polivalenza e intercambiabilità dei ruoli caratterizza le sei tracce successive, con Houle a disegnare uno spiraliforme continuum sonoro o linee melodiche spezzate, mentre Strid si muove con agilità tra rarefazioni metalliche e pelli telluriche, ingaggiando nella terza traccia uno splendido duo con il clarinettista.
Anche nei momenti piu' materici ed eterodossi (come nella quarta traccia) la libertà, la sorpresa e la provocazione non sono mai disgiunti dal controllo e dalla ricerca di una sintonia che non è pero' mai data per scontata, ma va acquisita istante per istante.
L'energia del flusso improvvisativo si ritrae e si accosta all'ascoltatore come un'onda dal moto imprevedibile, governato solo dalle forze di azione e reazione che agiscono sul momento, quasi inconsciamente (ma mai meccanicamente) sulla produzione del gesto sonoro.
Oscillando tra introversione ed estroversione, la musica non annoia mai senza lasciare quell'impressione di "gia' sentito" che spesso suscita la cosiddetta improvvisazione radicale, mostrando, al contrario, l'abilità di tre virtuosi nello sfruttare un'esperienza piu' che consolidata allo scopo di rinnovarla costantemente.
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