All sorts of jazz, free jazz and improv. Never for money, always for love.
Nessun paesaggio algido, nessuna immota spazialità, nessuna sonorità sospesa a mezz’aria: nonostante il trio Snus sia per due terzi svedese, in questa sua registrazione dal vivo è possibile riscontrare – al contrario – tutta la concretezza e l’energia dell’ascolto reciproco, attento anche alle più minuscole sfumature dinamiche. La tromba di Barnö poco ha a che spartire con Molvaer o Truffaz ed anche con certi progetti più border-line del nostro Fresu, avvicinandosi molto più al fraseggio sregolato e chiacchiericcio di Taylor Ho Bynum, mentre Didier Lasserre, forse anche per un fatto generazionale, avrà ascoltato molto David King e Jim Black, benché porti con sé un’esperienza eclettica che lo vede spesso a fianco di una panoplia di musicisti, da Ernest Dawkins a Jean-Luc Capozzo. Dal canto suo Grip, oltre ad un fraseggio disinvolto e grasso, che emerge dalla mischia dei crescendo, mostra pure una spiccata ed ingegnosa propensione per il rumorismo che gli lascia maggiori margini di manovra ed originalità, invece, negli assolo, dove meglio sono apprezzabili le sue minimali trovate sonore. Registrato all’Atelier Tampon-Ramier, l’album prende nome da un tabacco da suggere tipico della Svezia e si dipana infatti attraverso brani estemporanei che prendono titolo dagli ingredienti fondamentali del tabacco, dall’E 1520 ed E500, olii additivi indispensabili per la lavorazione, all’acqua, il sale, e caratteristiche come aroma e la fragranza, o semplicemente il diletto del fumo: è così che l’archetto, anzi il doppio archetto, graffia e rumoreggia in Water e Aroma, la tromba addenta le note in Tobacco e sibila in Salt (con vaghissimi accenni a frasi e temi del bop) ed i piatti scuotono e sommuovono i suoni di E1520 e Smoking Flavour. Una intensità musicale provocata dall’inatteso, dalla sorpresa che può celarsi dietro l’ennesimo passaggio od un nuovo rumore e che dà vita, soprattutto nelle fasi d’insieme, ad un’energia pulsante: come dichiarato nell’intervista, la catarsi della dipendenza ed astinenza che si riscattano nella musica.
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