All sorts of jazz, free jazz and improv. Never for money, always for love.
Tre giovani musicisti francesi, un violino, un violoncello e una chitarra elettrica, undici composizioni che coprono una vasta gamma di situazioni in un'ambientazione che potremmo definire, per semplicità, cameristica. Ma tutt'altro che seriosa, imbalsamata o rigidamente codificata, anzi proprio regole e norme vengono utilizzate come base di partenza per viaggi avventurosi. Certo la scrittura è piuttosto rigorosa, le linee melodiche e gli spunti improvvisativi apparentemente semplici nel loro sviluppo, ma è la maturità nel combinare l'essenzialità degli elementi a disposizione per ottenere un impatto sonoro di tutto rispetto, che sorprende.
È proprio sulle combinazioni timbriche che i tre giocano e vincono la loro partita. Se dal punto di vista ritmico i tre si scambiano spesso ruolo, favorendo molteplicità e diversità alla dinamica delle esecuzioni, ogni singolo strumento mette in campo la propria specificità, pronta a reagire alle sollecitazioni altrui. La presenza inusuale della chitarra elettrica assieme a due cordofoni acustici determina il risvolto più interessante della registrazione. Il timbro secco, metallico della sei corde di Guillame Aknine, il suo fraseggio spezzato, gli accordi dispensati qua è là sono una sollecitazione irresistibile per il violino di Theo Ceccaldi.
Che si muove tra ineccepibili sonorità e cadenze classiche e impennate quasi brutali, dai toni ruvidi, sgranati, con il violoncello del fratello Valentin come insostituibile e mobile punto di raccordo. Raccomandato alla Ayler Records da una grande musicista allergica alle convenzioni come Joelle Leandre, il Theo Ceccaldi Trio ha licenziato un album di debutto di tutto rispetto, maturo e coraggioso, in grado di alimentare fondate speranze sul brillante prosieguo di questa avventura.
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