Assif Tsahar & Hamid Drake - Soul Bodies, vol.2

Alfio Castirina, Kathodik

'Live at Glenn Miller Cafè, Soul Bodies Vol. 2', documenta il secondo incontro in Svezia tra il sax tenore dell'israeliano Assif Tsahar e l'infinita, sterminata fantasia ritmica di Hamid Drake alla batteria (di cui mi piace ricordare l'incredibile trio assieme a Peter Brötzmann e William Parker). Performance tra il rovente e l'afflato lirico, influenzata sicuramente dalla recente scomparsa del bassista Peter Kowald a cui il disco è idealmente dedicato e la cui Mother and Father viene qui omaggiata. Aprono i 15 minuti di Warriors of Stillness, che sicuramente in questo disco non sono i due musicisti all'opera, tutta costruita attorno ad un semplice giro di sax continuamente ripreso, allungato, mutato, attorno al quale gira la batteria di Drake in un continuo danzare impregnato di ritmi tropicali, principalmente basato sul procedere incessante ma misuratissimo del rullante. A metà brano la batteria esplode in un assolo in continuo levare, si consuma in uno sfarfallio di piatti, per poi lasciare spazio al sax, che con immutato aplomb riprende il tema portante. Ancora più energetica la successiva Praying Mantis, con Tsahar perso in inni ad Archie Shepp, e la batteria tutta un vibrante puntellamento ai piatti, mai invasiva, e perfetta nel dare al sax tutto lo spazio desiderabile. Scivola invece nella malinconia Grasp The Bird's Tail, probabile omaggio a Parker, dove la sezione ritmica è meravigliosamente contenuta e accennata, ma al contempo così ricca e mobile, nell'accompagnare gli accorati struggimenti del sax. Grancassa e charleston a manetta ci portano al minuto scarso del motivo popolare di Saint Thomas, uno dei cavalli di battaglia di Sonny Rollins. Ottima esibizione, molto ispirata per entrambi i musicisti. Inutile ripetere quanto sia pazzesca l'esecuzione di Drake nel corso del disco. Immagino condotta senza il benché minimo sforzo, come fosse la cosa più normale di questo mondo.