All sorts of jazz, free jazz and improv. Never for money, always for love.
Considerato che i primi due dischi degli Exploding Customer (“Live
at Glenn Miller café” e “Live at Tampere Jazz Happening”)
recapitavano entrambi registrazioni live, si può degustare (più
che) con curiosità “At Your Service”, un primo assemblaggio
di composizioni (quasi del tutto originali) partorito integralmente in studio
e aggiuntivo consolidamento nel rapporto di lavoro con la Ayler: jazz-label
che li supporta dal 1999, anno in cui il sassofonista svedese Martin Küchen
decide di modellare un quartetto di musicisti, predisposti a diluire aliti
di – tradizione – new thing e innovazione ‘linguistica’
improv.
Ascoltati i fasti raggiunti oggigiorno c’è poco da obiettare
(e aggiungere) alla congiunzione esposta poc’anzi: il marchio degli
E.C. è come sempre brioso, energetico, ruggente di buona melodia
e indagatore, non patologico, di moderni accorgimenti timbrici e compositivi
– soft – avant. Secondo i nostri, un argomentazione di e sul jazz
futuristico, comunicherebbe all’esterno un senso di appartenenza stretta
agli insegnamenti di ‘Trane e (tanto) di Eric Dolphy ma anche l’insinuarsi,
al massimo della devianza a-melodica, in alcune armonie che ricordano da
lontano, dentro contesti differenti e non ‘spirituali’, la lirica
dei Masada di John Zorn: ovviamente, nella versione originale e acustica.
La smania esplosiva ed i controtempi simmetrici di Goodbye Smith Town!
conquisterebbe di certo i frequentatori della downtown e, insieme agli ‘spasmi
lirici’ di Let’s Tear the Threads of Trust (clima solare
e da modern jazz di calibro Dave Douglas), rafforzerebbe l’avvicinamento
dei quattro su posizioni nitidamente (afro) americane: slacciate dai climi
che abitualmente i nordici prediligono frequentare. Lo conferma l’avvenente
stato swing di Wars e la stortura del sax in Cold Jewel; lo ribadisce
con fervore lo spintone ritmico metropolitan & minimal di Who Serves
the Servant? dove, inoltre, è annidato uno ‘stacchetto’
vocale simultaneo. Il momento di introversione più epico lo riserva,
ancora una volta il sax del leader, nell’aprire con slancio e arsura
di delicatezza la lunga vagabondata notturna e alcolica di The Supply
and Demand of Love and Hate, che rimarrà impressa anche per le
carezze con l’archetto al c.basso ‘grigiOscure’ di Benjamin
Quigley. L’omaggio a Carla Bley, posto alla fine con la sua Els
Segadors, viene abbinato nella stessa traccia insieme all’unica
composizione del trombettista Tomas Hallonstein, Sin Nombre. Il piglio
solenne, romantico e, contemporaneamente, solare della lady combacia perfettamente
con il mood degli Exploding Customer: jazz moderno, semplice e senza troppi
grilli per la testa. Consigliato agli amanti di un suono pulito, movimentato
e lontano da situazioni roboanti e ostiche.
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