Assif Tsahar & Hamid Drake - Soul Bodies, vol.1

Piercarlo Poggio, Blow Up

Un duo ben assortito nel quale si mette in particolare luce la figura tutt'altro che sconosciuta del batterista Hamid Drake (un nome che circola con sempre maggior insistenza in tanti dischi che contano dell'avant jazz), abile nel sostenere le lunghe improvvisazioni del sassofonista di origine israeliana Assif Tsahar (collaborazioni con William Parker, Rashied Ali, Susie Ibarra) e ancor più nel suggerire di continuo figurazioni ritmiche desuete.

Registrato dal vivo nel corso del Vision Festival di New York 2001, "Soul Bodies" rimanda, senza far mistero delle proprie intenzioni, alla lezione del free storico dei duetti stile Coltrane/Jones o Roach/Shepp, con pochi aggiornamenti all'oggi se non nel modo di procedere di Drake, davvero unico ed originale, in grado di distinguersi anche dai modelli a cui fa riferimento.

In Clay Dancers Hamid immette inoltre con grande senso della misura anche un tocco di esotismo producendosi, oltre che al frame drum, in un canto Sufi, al quale si aggiunge per strada il clarinetto basso di Assif tenuto su toni di reminiscenze etniche ebraiche, per un incontro tra culture che dimostra quanto il dialogo sia efficace nel produrre una vita migliore.

L'unico appunto che si può muovere a "Soul Bodies" è che a tratti Tsahar sembra non completamente all'altezza del compagno e pare costretto a sforzi sovrumani per tentare di stargli dietro.
D'altra parte, per poterlo fare, bisognerebbe essere Coltrane.