Zero Point - Plays Albert Ayler

Sergio Eletto, Kathodik

Se passate per Citta Del Messico è d’obbligo una capatina dalle parti del fumoso Jazzorca music-club: vi ficcherete nell’area più eccentrica (e ancora troppo ignorata) dell’improvvisazione messicana, e se la fortuna vorrà essere più generosa, riuscirete ad udire anche la performance che i spregiudicati Zero Point elargiscono in omaggio al grande Ayler. La materia esposta in questo viaggio è ovviamente dedita per intero ai grandi ‘temi’ del sassofonista free di Cleveland, e viene messa in scena, anche piuttosto fedelmente, secondo l’estetica originaria del maestro. La scaletta ripercorre specialmente le ‘arie’ più famose, ruggenti e sfacciate, composte in particolare nel periodo d’incisione per la ESP e per la Impulse; vi sono Vibrations, una splendida versione di The Wizard, Saints, Infant Happiness, Angels e molto altro ancora.
I Zero Point, dopo un simile preambolo, si presentano letteralmente come un trio di pazzi scatenati il quale, messo in azione sul palcoscenico, è pronto a sudare litri e litri di sudore, affinché dai propri strumenti fuoriesca tutta l’aggressività e l’irruenza possibile. Loro sono Gabriel Lauber (batterista e fondatore ufficiale del trio), Germán Bringas (alla bisogna impegnato con sax alto e tenore, ma anche poli-strumentista devoto al flauto, al pianoforte e ad altri strumenti auto-costruiti) e Itzam Cano (contrabbasso) e le registrazioni presenti risalgono ad un concerto, sempre presso il Café Jazzorca, nel 2006.
Jazz ‘scorticato’da qualsiasi melodia, improvvisazione al vetriolo consigliata agli amanti del free-jazz classico e rigorosamente nevrotico.


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