All sorts of jazz, free jazz and improv. Never for money, always for love.
Se passate per Citta Del Messico è d’obbligo una capatina dalle parti
del fumoso Jazzorca music-club: vi ficcherete nell’area più eccentrica
(e ancora troppo ignorata) dell’improvvisazione messicana, e se la
fortuna vorrà essere più generosa, riuscirete ad udire anche la
performance che i spregiudicati Zero Point elargiscono in omaggio al
grande Ayler. La materia esposta in questo viaggio è ovviamente dedita
per intero ai grandi ‘temi’ del sassofonista free di Cleveland, e
viene messa in scena, anche piuttosto fedelmente, secondo l’estetica
originaria del maestro. La scaletta ripercorre specialmente le ‘arie’
più famose, ruggenti e sfacciate, composte in particolare nel periodo
d’incisione per la ESP e per la Impulse; vi sono Vibrations, una splendida versione di The Wizard, Saints, Infant Happiness, Angels e molto altro ancora.
I Zero Point, dopo un simile preambolo, si presentano letteralmente
come un trio di pazzi scatenati il quale, messo in azione sul
palcoscenico, è pronto a sudare litri e litri di sudore, affinché dai
propri strumenti fuoriesca tutta l’aggressività e l’irruenza possibile.
Loro sono Gabriel Lauber (batterista e fondatore ufficiale del trio),
Germán Bringas (alla bisogna impegnato con sax alto e tenore, ma anche
poli-strumentista devoto al flauto, al pianoforte e ad altri
strumenti auto-costruiti) e Itzam Cano (contrabbasso) e le
registrazioni presenti risalgono ad un concerto, sempre presso il Café
Jazzorca, nel 2006.
Jazz ‘scorticato’da qualsiasi melodia, improvvisazione al vetriolo
consigliata agli amanti del free-jazz classico e rigorosamente
nevrotico.
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